Cos’è il gattonamento, i segreti per favorirlo e qual è il prezioso approccio osteopatico per svilupparne i corretti movimenti
Saper riconoscere qual è il momento giusto per spronare il bambino al gattonamento è di fondamentale importanza per accompagnarlo consapevolmente verso questa nuova conquista!
Esistono inoltre tanti giochi divertenti per agevolare il gattonamento e l’approccio osteopatico può essere utile in casi di scarsa mobilità o movimenti poco fluidi.
Scopriamo insieme tutte le caratteristiche del gattonamento.
Indice
Lo sviluppo motorio
Lo sviluppo del bambino si compone di fasi che sono variabili, nei tempi e nei modi, da soggetto a soggetto.
In generale lo sviluppo motorio nei bambini avviene secondo due modalità: cefalo-caudale (dall’alto verso il basso) e prossimo-distale (dal centro del corpo verso la periferia).
Ciò significa che il piccolo inizia a controllare dapprima il collo (intorno ai 4 mesi) e poi gli arti (superiori e successivamente inferiori). Questi ultimi, a loro volta, verranno controllati prima nei distretti più prossimali al tronco o al bacino (come per esempio le spalle) per arrivare poi fino alle manine e ai piedini.
Solitamente tra i 6 e gli 8 mesi il bambino ha la capacità di stare in equilibrio su mani, piedi, a pancia in giù e tra i 9 e i 10 mesi inizia il gattonamento.
Il gattonamento
Imparare a gattonare prima di camminare è di particolare importanza poiché prepara e allena il bambino alla coordinazione motoria crociata, aiuta lo sviluppo dell’equilibrio migliorando la percezione del suo corpo nello spazio così come il grado di contrazione dei muscoli.
E’ stato inoltre dimostrato che il gattonamento favorisce lo sviluppo delle funzioni cognitive e l’autostima in quanto è lui stesso a decidere dove andare e a che velocità.
È importante quindi che si stimoli e si assecondi il più possibile questa fase dello sviluppo.
Il gattonamento può essere preceduto dallo strisciamento. Solitamente, questa modalità di movimento è quella che il bambino apprende quando ancora non è pronto a muoversi in modo coordinato con gli arti per avanzare.
La modalità di spostamento in quadrupedia quindi, dà la possibilità al bambino non solo di sviluppare il sistema nervoso centrale e di prepararlo al passo, ma lo rende indipendente nel poter raggiungere oggetti e luoghi senza l’aiuto dei genitori o di chi gli sta vicino.
Come favorire il gattonamento
La cosa più importante da tenere presente è quella di NON ANTICIPARE LE TAPPE.
Ogni bambino ha i suoi tempi e le sue modalità e il ruolo dei genitori consiste nello stimolare i piccoli senza obbligarli ad apprendere comportamenti o schemi motori per i quali non sono ancora pronti.
Una buona abitudine è quella di lasciare il bambino a pancia in giù, magari su un tatami o una coperta morbida, in mezzo a giochi che richiamino il suo interesse.
Utile è anche mettersi a terra con il bambino per farlo sentire più a suo agio ed incitarlo nel movimento o gattonare insieme a lui verso un gioco. Infatti l’imitazione è la prima modalità di apprendimento per il bambino che, attraverso l’osservazione di ciò che fate, imparerà gradualmente i movimenti e la postura corretta.
Per incoraggiarlo ad assumere la postura corretta consigliamo di posizionare il bambino a pancia in giù su di un cuscino a forma di cilindro o sulla vostra gamba. Dondolate poi in avanti e indietro facendogli vedere un oggetto di suo interesse in prossimità delle manine che, in automatico porterà in avanti. E’ importante inoltre che gli facciate toccare il pavimento con le mani, in modo che si possa sentire sicuro e non continuamente in “sospeso”.
Un esercizio utile è anche quello di sistemare il bambino in posizione prona davanti ad uno specchio ad una distanza di 30 cm circa. Sarà incuriosito dalla sua immagine e cercherà di avvicinarsi per osservare meglio e per “prendersi”.
Un ultimo suggerimento per favorire il gattonamento è quello di chiedere al bambino di gattonare verso di voi (che ovviamente sarete sdraiati o carponi per terra davanti a lui a pochi centimetri di distanza). Se notate della frustrazione nel bambino, abbandonate subito il gioco e la richiesta.
Sarebbe bene cercare di limitare il tempo che il piccolo passa su seggiolone, sdraiette, passeggino o girello (quest’ultimo sarebbe meglio evitarlo del tutto!!!) e di non metterlo in piedi (magari tenendolo sotto le ascelle e simulando il passo) se non è lui stesso a mettersi in stazione eretta.
Il bambino è pronto per il gattonamento quando
- Riesce a stare seduto comodamente senza sostegno
- Ha il controllo di braccia e gambe senza agitarle di continuo
- Riesce a girare la testa a destra e a sinistra
- E’ già in grado di rotolare
- Oscilla in avanti e indietro quando è a quattro zampe
Come abbiamo già specificato, è bene ricordare che ogni bambino ha il suo particolare ed unico sviluppo, che il genitore ha un ruolo attivo fondamentale e soprattutto che è necessario rispettare i tempi del bambino, se piange o si lamenta o mostra segni di disagio, vuol dire che non è ancora il momento di incitarlo al gattonamento.
Il punto di vista osteopatico
L’espressione motoria di ogni bambino ci permette di individuarne lo stato di sviluppo.
Spesso essa ci evidenzia anche zone di minor mobilità ozone di tensione meccanica negli arti superiori ed inferiori che potrebbero limitare la fluidità di movimento del bambino.
Tra le modalità disfunzionali più frequenti troviamo: posizioni assunte durante la vita intrauterina, tipologie di parto (parto podalico), plagiocefalie e reflusso gastro-esofageo (per la posizione assunta dal babino durante il periodo in cui presenta reflusso).
L’osteopatia, tramite un trattamento di tipo manuale ed esercizi personalizzati, accompagna il corpo del piccolo verso una migliore fluidità biomeccanica favorendo l’instaurazione di movimenti coordinati e funzionali.
Concludendo, possiamo affermare che ogni bambino inizia a modo proprio il gattonamento e non è necessario allarmarsi se non compie i movimenti che ci si aspetta solitamente. Potrebbe essere una buona occasione per imparare ad osservarlo maggiormente per poi, eventualmente, richiedere il parere di un professionista.
L’Osteopatia, attraverso un percorso personalizzato,saprà accompagnare il genitore ed il bambino nelle varie fasi dello sviluppo psicomotorio.