Trovare il giusto equilibrio tra impegni professionali e privati non è un compito facile, soprattutto quando il lavoro entra fisicamente e mentalmente nell’ambiente privato della casa attraverso il famigerato e ormai conosciuto smart working.
Indice
Come organizzarsi
Con un’attenta pianificazione delle attività lavorative è possibile trovare il giusto tempo e soddisfazione da entrambi gli ambiti.
Infatti, organizzando gli appuntamenti e tutte le attività lavorative giornaliere è possibile ritagliarsi con serenità i giusti momenti di gioco con i propri figli. Del resto, è impensabile la soluzione di compiere una scelta categorica tra le due cose; sarebbe quindi buona norma, cimentarsi con carta e penna e scrivere una scaletta giornaliera/settimanale delle attività lavorative da dover svolgere e capire come e quando farle e, se possibile, organizzarsi con il proprio compagno/a.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello di indentificare uno o due luoghi destinati al lavoro, che sia il tavolo della cucina o della sala o la scrivania di un’altra stanza è indifferente, l’importante è che sia chiaramente identificabile dai bambini come “postazione di lavoro” di mamma e/o di papà. Come sempre, la comunicazione con i bambini è fondamentale, quindi spiegate loro che quando siete in quella postazione dovete lavorare e avete bisogno di rimanere concentrati, che siete comunque disponibili ma che non dovete essere “disturbati” continuamente. Poter “visualizzare il lavoro” per i piccoli ha un grande significato, lo rende più concreto e reale e quindi, più facile da comprendere.
Certo, è facile dirlo a parole, ma partiamo dal presupposto che è una sfida difficilissima per tutti: sia per i genitori che devono lavorare e contemporaneamente curare i loro figli, ma anche per i bambini, che sono privati della loro routine quotidiana e faticano a capire come mai la mamma e il papà, pur essendo a casa, non possono giocare con loro come fanno ad esempio nel weekend.
Altro presupposto importante per poter sopravvivere e superare al meglio questo periodo è tenere presente che si tratta di una situazione di emergenza! È quindi normale e più che giusto che venga gestito con una flessibilità maggiore del solito. Quando parliamo di flessibilità ci riferiamo a tutto ciò che fa parte della quotidianità domestica. Ad esempio, è sicuramente positivo il fatto di mantenere una routine che scandisca il ritmo della giornata, ma sarebbe opportuno fare in modo che non diventi motivo di stress, quanto una fonte di benessere sia per adulti che per bambini.
Essere flessibili vuol dire che ci si può concedere di “sgarrare” rispetto a ciò su cui di solito si è più intransigenti. Ciascuno ha qualcosa a cui tiene particolarmente: qualcuno la pulizia, qualcuno l’ordine, qualcuno gli orari… Ebbene, è normale che in questo momento le priorità vengano un po’ rivoluzionate: per cui non importa se i piatti non vengono lavati immediatamente dopo i pasti, se il letto non è perfettamente riordinato e se la preparazione del pranzo ha un ritardo di mezz’ora sulla tabella di marcia… Così come, non è grave se in questo periodo il bambino trascorrerà più tempo del solito davanti alla TV: il genitore non lo sta trascurando, non lo sta abbandonando e non gli sta procurando un danno irreversibile.
Sta semplicemente facendo del suo meglio, quindi lasciamo che i sensi di colpa si allontanino. Il fatto di sentirsi in colpa può generare infatti un circolo vizioso di frustrazione ed emozioni negative, che si ripercuotono all’interno del nucleo familiare e, in particolare, sui bambini. Vedere i genitori stressati o di malumore è per loro fonte di tensione, che potrebbero esprimere attraverso il comportamento; ad esempio potrebbero manifestare a loro volta nervosismo, irrequietezza o irascibilità. È quindi bene che i genitori assumano un atteggiamento il più tranquillo possibile, facendo pace con il dato di fatto che non sia possibile fare tutto e bene, come magari accade nei periodi “normali”.
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Le attività per i bambini
Mentre i genitori lavorano, come abbiamo detto precedentemente, hanno bisogno di concentrazione; può essere quindi utile organizzare un tavolino basso vicino alla “postazione di lavoro” o un tappeto, oppure una stessa area del tavolo sul quale si lavora da dedicare esclusivamente alle attività dei bambini.
Se ci mettiamo “nei panni” di un bambino questa è sicuramente una soluzione migliore rispetto ad una proposta come questa: “La mamma adesso deve lavorare, tu vai nella tua cameretta a giocare che poi ti raggiungo”. Dare la possibilità ai piccoli di “stare” nella stessa stanza dove si trova il genitore, con la possibilità quindi di scambiarsi sguardi, sorrisi e ogni tanto qualche frase, apporta una tranquillità mentale tale per cui il bambino vive in modo più leggero questo “distacco”.
Proponiamo di seguito qualche idea alternativa alla televisione che potrà tenere occupato il bambino mentre il genitore deve seguire una riunione importante o deve concludere un lavoro.
Per i più piccoli
L’ideale per i piccini è di proporre una grande varietà di materiali con i quali fare esperienza; via libera quindi a contenitori di qualsiasi genere, come scatoline di legno, barattoli del latte (lavati), bicchieri, ciotoline e materiali da “travasare” come tappi degli omogeneizzati. Molto curiosi sono inoltre alcuni oggetti della casa che non sono giocattoli come ad esempio pacchetti dei fazzoletti, rotoli vuoti della carta igienica, una spazzola, un bigodino pulito, un pentolino con coperchio, un mestolo.. a tal proposito citiamo il famosissimo Cestino dei Tesori, il gioco d’eccellenza dei più piccoli!
Da tenere bene in mente che se questi giochi/attività vengono proposti esclusivamente durante i momenti in cui il genitore deve lavorare, essi saranno sicuramente apprezzati maggiormente dai piccoli che, spinti dalla curiosità, avranno tempi d’attenzione più lunghi! Senza considerare che il gioco libero e la fantasia sono, anche nei bimbi piccini, un’ottima opportunità di sperimentazione di sé stessi!
Per i più grandi
Gioco simbolico
Mentre il genitore è al computer, si potrebbe proporre al bambino di stare seduti vicino, proponendogli di “lavorare” anche lui! Si potrà quindi predisporre il suo spazio con block notes, biro che di solito non usa, una calcolatrice, delle graffette, matita e gomma, un righello, un evidenziatore, un astuccio da esplorare, uno scotch, un pc finto fatto velocemente col cartone e simili. Quando il genitore avrà terminato, potrà chiedergli di mostrare il suo lavoro e le sue scoperte.
Manipolazione
Definendo precedentemente il suo spazio con una tovaglietta da colazione è possibile proporre al bambino un didò diverso dal solito (in commercio ci sono quelli glitterati come questo: Link Amazon ) oppure, meglio ancora, con pochi semplici passaggi è possibile creare un didò fatto in casa atossico e sicuro (qui trovate la ricetta); sarebbe auspicabile inoltre proporre l’utilizzo di materiali che di solito il bambino non usa, come alcuni attrezzi veri della cucina: una ciotolina di legno, una frusta a mano, uno schiacciapatate, un piccolo pentolino con coperchio, un cucchiaio grande, un mestolo e così via. L’uso di questi oggetti insoliti manterrà più alta la concentrazione del piccolo.
Costruzioni in vassoio
Un’altra idea carina è quella di recuperare un vassoio abbastanza grande e selezionare delle costruzioni lego da fargli trovare all’interno: il bambino potrà costruire in un modo diverso dal solito, in un contenitore tutto suo e soprattutto vicino al genitore.
Il patto col bambino
Prima di proporre queste attività, è bene stipulare un “patto” con il bambino: “Senti, amore, fra poco la mamma si deve collegare al computer per una riunione importante con i colleghi. Ho pensato di prepararti un gioco nuovo (spiegando il gioco) vedi.. saremo vicini, tu potrai giocare tranquillamente, ogni tanto ci faremo dei sorrisi e io vedrò cosa stai facendo di bello! Quando ho finito il lavoro, mi farai vedere le tue fantastiche creazioni!”
Ogni tanto quindi, durante questi momenti, se l’adulto ce la fa, sarebbe buona norma cercare uno sguardo veloce con il bambino per trasmettergli la sensazione che la mamma e/o il papà non sia totalmente estraniata/o da lui, che è contenta/o e fiera/o di questo patto stabilito e che “sta funzionando”.
In un’ultima analisi, è utile tenere presente che i piccoli non hanno tempi d’attenzione lunghi come quelli di un adulto quindi, dopo circa 15-20 minuti sarà probabilmente necessario un “recupero” del rapporto in modo più esplicito e da questo non è possibile sfuggirci: anche i bimbi stanno facendo un enorme sforzo per “stare al passo” con tutto ciò che sta accadendo e tutto il mondo degli adulti ne è consapevole, quindi, con i dovuti modi, è possibile permettersi di chiedere scusa a colleghi e superiori e dare ascolto ai bimbi per qualche secondo… d’altronde “siamo tutti sulla stessa barca”…