Le paure dei bambini sono più che normali e si possono suddividere in tre categorie: le paure innate e fisiologiche, le paure legate alla crescita e allo sviluppo e le paure apprese e sviluppate dopo eventi negativi e-o traumatici.
Indice
Le paure più tipiche
E’ possibile definire alcune paure tipiche che seguono una sorta di linea temporale. La primissima paura avvertita dai neonati per esempio è la perdita di contatto fisico con la propria mamma, segue poi a 8-9 mesi la paura dell’estraneo, a 12-18 mesi la paura della separazione, che raggiunge livelli molto elevati intorno al secondo anno di vita (Articolo – Terrible Two: cosa sono e come affrontarli ), a 3-6 anni potrebbe essere presente la paura del temporale, dei mostri, del buio, delle streghe, di Babbo Natale ecc.
In età prescolare si sviluppano invece maggiormente le paure di ammalarsi, dei pericoli fisici, la paura dei ladri, del sangue, della morte e dell’abbandono. In età scolare fanno la loro comparsa anche le paure legate al proprio stato sociale, all’interazione e confronto con i pari, alla paura di essere rifiutati dai compagni e ancora alla paura degli insetti. Mi soffermo un attimo su quest’ultima paura perché è davvero molto comune ed è riferita soprattutto al fatto che i bambini hanno pochissima esperienza e conoscenza degli insetti; un modo quindi per superare l’idea che gli insetti “fanno schifo” e che possono arrecare chissà quale danno, è familiarizzare con loro, osservarli e studiarne le qualità. Dare la possibilità di conoscere questo mondo ai bambini già intorno ai 2- 3 anni, permetterebbe di alleviarne le paure future e prevenirne il disgusto e disprezzo.
Cosa fare per gestire queste paure?
L’atteggiamento principale che dovrebbe tenere l’adulto di fronte ad una paura del bambino è di non banalizzare e accogliere il piccolo: sta mostrando e comunicando un disagio, vuole essere ascoltato, capito, compreso e aiutato. Sarebbe buona norma quindi mantenere una presenza calma, affettuosa e rassicurante, rispettandone le emozioni sottostanti, anche se all’adulto appaiono assurde, irrazionali e senza senso. Questo è l’aspetto principale affinchè il bambino si fidi delle sue figure di riferimento e chieda quindi aiuto.
Atteggiamenti positivi e rassicuranti dell’adulto
- Informare il bambino che avere paura fa parte della vita, che tutti hanno paura di qualcosa, che è giusto chiedere aiuto e che le paure possono essere alleviate e addirittura superate
- Evitare l’umorismo degli adulti per descrivere la paura del bambino, non banalizzare e non prendere in giro; questo atteggiamento andrebbe a sottolineare maggiormente la debolezza del piccolo che non si sentirebbe accolto, ma anzi inadeguato
- Evitare frasi come: “Dai, sei un bambino grande, non devi avere paura di…” , oppure: “devi essere forte, affronta la paura!”. La negazione della paura non ha alcun senso, perché si passerebbe il messaggio che ciò che avverte il bambino non è vero, non è reale, ma in realtà lo è eccome dentro di lui! Inoltre, affrontare la paura in modo aggressivo, non fa che aumentarne l’investimento emotivo di rabbia e preoccupazione; per sconfiggere una paura ci vuole tempo e pazienza
- Rispettare i tempi del bambino: evitare di fare confronti con altri bambini o addirittura con sé stessi
- Evitare di trasmettere al piccolo le paure dei genitori: se c’è qualcosa che preoccupa il genitore, sarebbe bene parlarne senza la presenza del bambino; anche se non sembra, i piccoli ascoltano tutto ciò che diciamo e imparano a leggere il mondo anche e soprattutto attraverso gli occhi della mamma e del papà
- Stare sempre attenti al linguaggio che viene dedicato al bambino; se il piccolo è abituato a sentirsi dire: “se non mangi, viene il lupo…” oppure: “se non fai il bravo, chiamo la strega…” per farsi obbedire, quasi certamente maturerà davvero queste paure, si creerà disorientamento e si ritroverà a faticare ancora di più per comprendere la linea sottile che esiste tra realtà e fantasia
- Proporre dei giochi che permettano al bambino di esprimere ed elaborare le sue paure, come ad esempio mettere in scena una storiella con i suoi personaggi preferiti che devono affrontare una determinata paura, oppure inventare delle storie in cui l’elemento che fa paura viene sconfitto da un eroe coraggioso o ancora disegnare la paura rendendola poi buffa o fragile, in modo che sia meno spaventosa
La paura dei mostri
Come già specificato precedentemente, la paura dei mostri si sviluppa tipicamente intorno ai 3 anni ed è molto comune nei bambini perché hanno già avuto esperienza di sapere cos’è un mostro, l’hanno visto per esempio nei cartoni animati o tramite dei libri.
Spesso i bambini riescono ad esplicitare facilmente la paura dei mostri, ma non sempre questo timore è riferito realmente alla figura del mostro che ci immaginiamo noi; essa può essere infatti riferita ad altre paure che il bambino sta vivendo e che non riesce ad esprimere. L’attenzione del genitore in questo momento dovrebbe spostarsi quindi dall’idea del mostro al pensiero di ciò che sta vivendo la famiglia in quel momento: l’arrivo di un fratellino ( Articolo – Arrivo del fratellino, come gestire il primogenito ) un trasloco, un lutto ( Articolo – Come aiutare i bambini ad affrontare un lutto ) spannolinamento (Articolo – Come togliere il pannolino: Guida Pratica) saluto del ciuccio ( Articolo – Quando e come togliere il ciuccio ) e così via.
Tutti questi eventi possono provocare molte tensioni e a volte maturare delle nuove paure. Il genitore dovrà quindi lavorare su due aspetti: l’evento che si sta vivendo e la paura “del mostro”.
Come affrontare la paura dei mostri
Oltre alle indicazioni elencate precedentemente, di seguito trovate altri suggerimenti:
Consulenza Educativa della Fascia 0-3 Anni
Consigli pratici e immediati su spannolinamento, gestione delle emozioni, saluto del ciuccio e molto altro....
- Rassicurare che i mostri esistono solo nella fantasia e non nella realtà, facendo inoltre delle azioni pratiche che vadano a sostenere questa informazione: accompagnare il bambino nelle stanze in cui teme di entrare, aprire l’armadio dove pensa ci sia il mostro, guardare insieme sotto al letto ecc.
- Leggere dei libri per bambini dedicati al tema dei mostri e delle paure in generale
- Attività da proporre: proponete al bambino di disegnare il mostro. Dategli un foglio bianco e pennarelli di tutti i colori stesi bene sul tavolo, fuori dall’astuccio o dal portapenne, in modo che possa scegliere con tranquillità.
Una volta che il disegno sarà completato, chiede al bambino di spiegarvi ciò che ha realizzato e proponetegli di piegarlo, inserirlo in una scatolina (di cartone, di latta) e sistemarlo in un cassetto di casa. Suggerite un luogo di casa dove di solito il bambino non è solo e-o non lo sarà a breve; da evitare quindi la cameretta e il bagno. Una volta sistemato il mostro nel cassetto o anta dell’armadio, rassicurare il bambino: “Adesso il mostro della fantasia è qui dentro, chiuso e ci resterà! Ogni volta che vorrai controllare, possiamo venire qui e aprire insieme il cassetto e la scatolina!”
Proponendo questa attività, andrete a rendere concreto questo mostro immaginario e farete sentire il piccolo più al sicuro. Alcuni genitori mi hanno chiesto se non fosse meglio buttare via questo mostro disegnato. La risposta è negativa perché buttandolo, poi non se ne ha più il contatto concreto e si rischierebbe di non riuscire ad affrontare completamente questa paura. Se dovessero presentarsi dei nuovi mostri, ripetete l’attività.
La paura del buio
La paura del buio è piuttosto comune nei bambini e spesso è associata inconsciamente alla paura del distacco dai genitori. I bambini a volte maturano la paura del buio quando si rendono conto in modo più esplicito che la notte ha un periodo di tempo molto lungo e che quando si addormentano i genitori rimangono svegli senza di loro, lontani da loro. Ecco perché capita molto spesso che facciano fatica ad addormentarsi e-o di notte abbiano continui risvegli e desiderano stare nel lettone insieme ai genitori (ovviamente queste fatiche serali-notturne non sono riferite esclusivamente alla paura del buio! Ci sono infatti molteplici fattori che possono influire sulle notti movimentate: scatti di crescita, malesseri fisici, bisogni fisiologici, momenti particolarmente impegnativi per il bambino e la famiglia ecc).
La paura del buio si manifesta nei bambini anche quando vorrebbero entrare in una stanza semibuia o buia e chiedono aiuto e compagnia. In questo caso la paura può essere riferita al concetto dell’ignoto: come ciò che non si conosce fa paura, lo stesso vale con ciò che non si vede, anche se la stanza in questione è ben conosciuta dal bambino.
Come affrontare la paura del buio
- E’ particolarmente importante prestare attenzione a tutto ciò che accade poco prima di andare a dormire: evitare di far vedere per molto tempo la televisione o far giocare il bambino col tablet e cellulare: le luci, i suoni e tutti gli input che arrivano al cervello non permettono di porre la base di un buon rilassamento.
- Evitare di esporre il bambino ai fatti di cronaca del telegiornale: sia per i contenuti che vengono espressi, sia per eventuali immagini non consone che potrebbero poi ripresentarsi durante la giornata e-o poco prima di dormire
- Preferire la lettura di libri con storie che non trattino le paure (mostri, lupi ecc)
- Come per le altre paure, è necessario accogliere il bambino, rassicurandolo che tutti possono avere paura di qualcosa, senza ridicolizzare il piccolo
- E’ importante non lasciare il bambino alla sua paura; in questo momento ha proprio bisogno della presenza del genitore, sia emotiva, sia fisica.
- Potete proporre un nuovo pupazzo che possa tenergli compagnia mentre si addormenta insieme alla vostra presenza e che possa stringere dovesse svegliarsi di notte. Ricordate inoltre al piccolo che può chiamarvi se dovesse sentirne il bisogno
- Potete utilizzare delle luci notturne in modo che la stanza non sia completamente al buio e che il bambino possa in qualunque momento rendersi conto che è tutto tranquillo
- Lasciate le porte aperte delle camere; in questo modo il piccolo saprà che, se avrà bisogno di voi, potrà raggiungervi tranquillamente senza trovare ostacoli
Ricordate che ciò che rassicura di più il bambino è sentire un adulto sicuro, calmo, razionale ed empatico, che gli sappia dare ascolto, che accolga le sue emozioni, che offra incoraggiamenti ed attenzioni.
Founder di CrescendoConTe
- Educatrice della Prima Infanzia
- Psicomotricista Educativa
- Insegnante YogaBimbi
- Operatrice AIM del Massaggio Infantile