Il contatto e legame tra madre e bambino non inizia alla nascita, ma è una connessione che parte dal concepimento ed è proprio per questo che dopo la nascita il piccolo richiede la presenza e la vicinanza fisica costante della madre e che instauri con lei una relazione di dipendenza.
Indice
Rispettare i bisogni
Il bisogno di contatto aiuta il neonato e a soddisfare l’innato bisogno di protezione e a farlo sentire al sicuro come facevano le pareti uterine prima della nascita.
Può sembrare un controsenso ma è proprio il tempo passato a contatto con la madre che permette al bambino una serena e tranquilla esplorazione del mondo, proprio perché avrà maturato una base sicura per poter sviluppare l’autonomia futura. Infatti, se la relazione madre-bambino danno una base sicura al bambino, crescendo si sentirà libero di allontanarsi e differenziarsi gradualmente, poiché si sentirà sicuro di trovare la mamma ad accoglierlo.
Nell’immaginario collettivo occidentale i bambini dovrebbero essere subito autonomi, non disturbare, seguire tutte le regole degli adulti, dormire subito tutta la notte ecc. Al contrario, nei paesi meno industrializzati e di cultura rurale, il neonato è tenuto vicino a sè in modo prolungato dalla nascita fino ai due anni di vita. In questo caso si parla di modello ad alto contatto, mentre la cultura occidentale ha adottato, per lo più, un modello a basso contatto. Il modello a basso contatto si basa su una maggiore distanza fisica e su modalità di comunicazione visiva o verbale. Si tratta di un modello molto radicato a livello culturale tanto che spesso i neogenitori ricevono critiche o consigli quando se ne discostano.
Proprio per questi presupposti, molte mamme si sentono dire: “Se lo tieni tanto in braccio, poi lo vizi” oppure: “Lascialo dormire da solo, se no poi non si abituerà mai!”
Spesso, quindi si parla di vizi, mentre in realtà, il bisogno di contatto è fisiologico.
I benefici del contatto
Il contatto pelle a pelle o “cuore a cuore” suscita benessere e serenità nel bambino, favorisce la sua autoregolazione, riduce i pianti e fa bene alla mamma perché favorisce il rilassamento, dando pace e protezione al suo piccolo.
Il beneficio più importante del contatto per il neonato è la sensazione di essere amato. Questa sensazione è data dal calore della madre e dal suo odore, unico e irripetibile, ma non solo: il piccolo sente anche il battito cardiaco della mamma che gli permette di sentirsi al sicuro; questo suono infatti veniva costantemente avvertito mentre era in pancia e riascoltarlo lo tranquillizza e apporta serenità. Infatti favorire il contatto mamma-neonato crea una continuità tra la cosiddetta endogestazione ( i 9 mesi di gravidanza vera e propria) e l’esogestazione (primi nove mesi di vita del bambino). Tale continuità, che si esprime tramite la vicinanza fisica e il tocco, stimola una maggiore intimità relazionale tra mamma e bambino, favorisce una migliore comunicazione e facilita il riconoscimento dell’odore e della voce materni.
Non solo contatto cuore a cuore
Il contatto sicuro non si limita al puro tenere in braccio il proprio piccolo, si può trasmettere contatto fisico ed emotivo anche attraverso tutti i momenti di routine della giornata, per esempio durante il cambio del pannolino o il momento del bagnetto: parlando al bambino, facendogli delle carezze, effettuando un massaggio, dandogli un bacio e scambiarsi sguardi amorevoli.
Ovviamente anche il papà può trasmettere tutte queste sensazioni e instaurare fin da subito un legame profondo; non dimentichiamo che il piccolo ha sentito per ben 9 mesi la voce del papà dalla pancia e, anche se il suono della sua voce gli arrivava ovattato, il piccolo riesce comunque a riconoscerlo e di conseguenza ad accettare meglio le sue braccia piuttosto che le braccia di uno sconosciuto di cui non ha mai sentito la voce dal grembo materno.
Come favorire il contatto
Una delle pratiche che facilitano il contatto cuore a cuore è senza dubbio la “pratica del portare”, comunemente chiamata babywearing e consiste nel portare il proprio bambino a stretto contatto col petto della madre attraverso l’utilizzo di fasce realizzate proprio per questo scopo. In commercio ce ne sono di ogni tipo e fantasia e, man mano che il bambino cresce, si può passare ai marsupi.
Ecco alcuni esempi:
E’ necessario utilizzare nel modo corretto queste fasce, quindi consiglio di vedere diversi tutorial, seguire un corso o rivolgersi ad uno specialista.
Una pratica in parte simile a quella del baby wearing è la cosidetta marsupio terapia, destinata a bambini nati pretermine o con un peso molto basso. Il contatto pelle a pelle stimola nel neonato un’esperienza sensoriale completa e promuove e favorisce il suo benessere. Nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale, TIN, viene eseguita la marsupio-terapia, detta anche Kangaroo Mother Care. Tale pratica di contatto pelle a pelle migliora la regolazione termica, la frequenza respiratoria, il ritmo cardiaco e la risposta al dolore. La Kangaroo Mother Care favorisce l’allattamento e la produzione di latte materno. Si tratta di un valido aiuto anche per i genitori, poiché favorisce il legame con il bambino, promuove comportamenti di attaccamento e sostiene la mamma e il papà nel riconoscersi nel ruolo di genitori.
Un’altra pratica che favorisce il contatto è il co-sleeping, cioè il dormire insieme nel lettone. In alternativa, si può optare per i lettini che si agganciano al lettone e che spesso danno più sicurezza ai genitori che hanno paura di schiacciare il piccolo. Questi lettini risultano molto utili per prevenire la SIDS quando i genitori sono particolarmente in sovrappeso o fumatori. Consigliamo, a tal proposito l’articolo della Dottoressa Sara Bellini “SIDS in Pillole“