L’Otite media acuta (OMA) rappresenta in Italia una delle più comuni infezioni delle vie aeree superiori dei bambini ed è una delle principali cause di prescrizioni di antibiotici. Comune, dolorosa, in alcuni casi prevenibile: impariamo a conoscerla per combatterla al meglio.
Indice
Come si riconosce l’Otite Media Acuta
Il sospetto nasce in presenza di otalgia (dolore all’orecchio), che può esser sia mono che bilaterale. Il lattante manifesta il dolore con irritabilità e con il pianto, soprattutto quando viene posto in posizione verticale. Il bambino più grande potrebbe piangere e toccare le orecchie con le mani o localizzare verbalmente il dolore. Spesso l’otalgia è preceduta o accompagnata da febbre e altri tipi di infezioni delle vie aeree superiori (raffreddore, sinusiti, tosse…) La diagnosi avviene con l’esame otoscopico che rileva una membrana timpanica infiammata, con presenza di essudato retrotimpanico. L’otalgia isolata, in assenza di evidente infiammazione timpanica, non è sufficiente a porre diagnosi di otite.
A cosa è dovuta
La causa dell’OMA è infettiva, è dovuta a virus o batteri. Questi microorganismi patogeni possono raggiungere l’orecchio medio tramite la tuba di Eustachio e da li proliferare dando vita ad un processo infiammatorio che può portare ad otite.
La maggior incidenza di questa problematica nel bambino sembra essere dovuta alla conformazione stessa del cranio e, più nello specifico, all’inclinazione fisiologicamente differente della tuba di Eustachio nel bambino rispetto che nell’adulto.
Nei bambini, infatti, alcune strutture anatomiche non son ancora del tutto sviluppate e possono causare un alterato drenaggio dell’orecchio, rendendolo più soggetto a processi di stasi e di conseguente infiammazione.
Come si tratta
L’approccio terapeutico dipende innanzitutto dall’età.
Il cardine della terapia è il trattamento del dolore con paracetamolo o ibuprofene a seconda delle indicazioni del Pediatra.
Un bambino con otite e meno di 6 mesi di vita è inoltre meritevole di terapia antibiotica dal momento della diagnosi.
Dopo i 6 mesi di vita, in caso di OMA monolaterale e lieve può applicarsi la vigile attesa che consiste nell’osservare il bambino per 48-72 ore dalla diagnosi, riservandosi di intraprendere la terapia antibiotica solo in caso di mancata risoluzione.
In caso di OMA bilaterale o grave anche dopo i 6 mesi è consigliato intraprendere un ciclo antibiotico mirato.
E’ prevenibile?
Una corretta pulizia delle cavità nasali è il principale strumento di prevenzione. In caso di quadro catarrale bisogna aiutare i bambini ad eliminare il muco dal naso (soffiandolo o lavandolo, a seconda dell’età).
Si sono dimostrati fattori protettivi anche l’allattamento al seno e l’assenza di fumo passivo. La valenza di integrazione di vitamina D, di evitare ciuccio e biberon sono invece differenti a seconda degli studi considerati.
L’osteopatia può intervenire?
L’osteopatia rappresenta una valida terapia di supporto e di prevenzione.
Durante questi episodi il bambino comunica il suo disagio tramite un pianto inconsolabile.
Può presentare febbre, tosse, raffreddore, emissione di materiale purulento dall’orecchio, orecchie gonfie e arrossate oltre al dolore che può arrivare a rendere difficoltosa l’alimentazione.
Si è visto, però, tramite studi recenti, come l’approccio manuale osteopatico possa essere efficacemente di supporto in questi disturbi e nell’incidenza della recidiva.
L’osteopata, durante il primo incontro, esegue una valutazione dettagliata del quadro di salute del bambino e un’attenta valutazione palpatoria per individuare eventuali disfunzioni e aree di maggior tensione.
Le tecniche vengono eseguite grazie ad un contatto leggero a livello dell’area cranica, cervicale e del cingolo scapolare per favorire il drenaggio dell’orecchio ed una normalizzazione delle possibili disfunzioni trovate.
Spesso i bambini mostrano subito una riduzione del pianto e un progressivo rilassamento dato dalla diminuzione dei sintomi percepiti.
L’osteopatia, quindi, rappresenta un valido aiuto alle terapie convenzionali per la fase di trattamento e di recidiva dell’otite media nei bambini.
Quali sono le possibili complicanze dell’Otite Media Acuta
Comuni complicanze sono la persistenza di essudato, che causa ipoacusia (trattata nell’articolo “Otoemissioni Acustiche: Cosa Sono e a Cosa Servono” ) e la perforazione del timpano con conseguente formazione di una cicatrice che lo rende meno mobile ed elastico, soprattutto in caso di perforazioni ripetute.
Complicanze più gravi ma molto più rare sono le infezioni delle regioni vicine all’orecchio: la mastoidite e la meningite. La terapia di queste patologie è sia farmacologica che chirurgica, a seconda del caso.
Come comportarsi se “il bambino ha mal di orecchio”
L’otalgia è dolorosa e per un genitore vedere il proprio figlio soffrire è indubbiamente fonte di grande preoccupazione, ma anche in questo caso è fondamentale non cedere al panico.
Spesso il bambino inizia a piangere di notte, apparentemente senza un chiaro motivo e i genitori angosciati lo conducono in Pronto Soccorso, ma spesso questa non è la condotta più appropriata.
Innanzitutto consiglio di mantenere la calma, prendere in braccio il bambino e capire se si tranquillizza cambiando posizione. Se le condizioni generali sono buone è meglio rivolgersi al proprio Pediatra Curante ed in attesa di rintracciarlo somministrare paracetamolo per il dolore. Evitate l’uso di gocce auricolari prima di una visita medica, potreste ostacolare la visione della membrana timpanica. Non inserite nulla nell’orecchio, potreste lesionarlo o favorire l’ingresso di germi in caso di membrana perforata.
Il Pediatra visiterà il bambino e deciderà se intraprendere o meno un ciclo antibiotico.
Ricordate: l’antibiotico non è sempre necessario, in molti casi la condotta d’attesa permette l’autorisoluzione in pochi giorni, deve sempre essere solo medico a decidere se somministrarlo o meno, evitate il “fai da te”.