Il 14 Maggio 2021 il Ministero della Salute ha approvato l’uso di test salivari per la diagnosi di Sars-Cov-2. Sono test validi e poco invasivi in grado di semplificare la diagnosi nei bambini e rappresentano uno strumento fondamentale per lo screening in asili e scuole. Ma di cosa si tratta esattamente? In quali casi si possono usare? Quando saranno realmente disponibili?
Indice
Quali sono i test usati fino ad oggi per identificare il coronavirus?
Nell’ultimo anno sono stati sviluppati diversi test in grado di identificare persone affette da Covid-19. Possiamo dividerli in due categorie principali:
-test che identificano un’infezione in corso: i tamponi nasofaringei
-test che identificano le persone venute in contatto con il Covid-19: i test sierologici
I tamponi oro/nasofaringei
A loro volta comprendono due categorie di test:
–tamponi molecolari, che rappresentano il gold standard diagnostico perché dotati di un’affidabilità maggiore. Richiedono diverse ore per essere analizzati in laboratorio. Sono il test da prediligere in caso di soggetti sintomatici, ma possono ritrovare il virus anche in soggetti asintomatici e riconoscono una carica virale anche quando è molto bassa come all’inizio di un’infezione.
–tamponi rapidi o antigenici, meno sensibili e meno specifici dei test molecolari, ma col vantaggio di dare un risultato in pochi minuti, senza necessità di essere processati in laboratorio. Rappresentano un utile strumento di screening di massa in soggetti asintomatici. Vengono inoltre utilizzati in casi in cui è necessario avere un risultato “urgente”.
I tamponi oro/nasofaringei sono i test abitualmente usati nei bambini sintomatici o contatti di casi covid. Si eseguono inserendo un tampone nella narice del bambino e facendoli scivolare fino alla parte posteriore del cavo orale (faringe). In alcuni casi, valutati dall’operatore al momento del tampone, sono sostituiti da tamponi eseguiti solo in bocca, ma sempre tamponando anche la regione faringea.
I test sierologici
Si effettuano invece su campioni di sangue e ricercano nell’individuo la presenza di anticorpi diretti contro il virus. Una volta venuti in contatto col Covid-19 (col virus o con le sue componenti presenti nel vaccino), proprio come accade anche con gli altri virus, il nostro corpo produce anticorpi utili a combatterlo. Si tratta di molecole prodotte dal paziente, non dal virus, con una tempistica molto variabile che non è ancora del tutto nota. Semplificando possiamo dire che la classe di anticorpi IgM è quella legata ad infezioni più recenti, mentre le IgG sono legati ad infezioni pregresse. Il periodo che intercorre tra l’infezione e l’inizio della produzione delle due classi di anticorpi non è ancora del tutto definita. Questo rende i test sierologici non adeguati per la diagnosi di infezione acuta.
Cosa sono i test salivari?
Sono test non invasivi, che si effettuano grazie ad una sorta di tamponcino che viene tenuto in bocca per alcuni minuti, raccogliendo la saliva del paziente, senza aver bisogno di raggiungere con un tampone la parte posteriore del cavo orale.
In questo modo il soggetto sottoposto al test non percepisce alcun disagio. E’ però importante che la raccolta del campione si effettui in modo corretto, perché gli studi hanno rilevato che anche la regione della bocca in cui si raccoglie il campione o la viscosità della saliva stessa possono interferire con l’analisi.
Una volta terminata la fase di raccolta il campione viene analizzato con differenti tecniche, anche qui troviamo test molecolari (più affidabili) e antigenici (più rapidi, ma meno attendibili).
In quali contesti è possibile utilizzarli?
Secondo le ultime indicazioni del Ministero sella Salute è possibile considerare di usare un test salivare al posto di un test nasofaringeo o orofaringeo nei seguenti casi:
–soggetti sintomatici: entro i primi 5 giorni dell’infezione (dopo i 5 giorni l’affidabilità del test sembra ridursi), qualora non sia possibile effettuare un tampone oro/nasofarigneo
–soggetti asintomatici sottoposti a screening ripetuti
Sono già disponibili?
Fino ad oggi i test salivari sono stati usati in progetti pilota, non sono ancora prescrivibili dal medico curante. L’auspicio è che possano essere utilizzati su vasta scala a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico. Trattandosi di test non invasivi sarebbero un utile strumento per monitorare ripetutamente asili e scuole.
Il Ministero ne ha permesso l’uso, ora saranno le varie Regioni e ATS a muoversi, ognuna coi propri tempi, per organizzarne la diffusione.
Medico Chirurgo Specialista in Pediatria